Intelligenza Artificiale: Scopri Come Funziona ChatGPT

L’Intelligenza Artificiale (IA) sta trasformando il nostro mondo in modi che solo pochi anni fa sembravano fantascienza. Tra le molte applicazioni dell’IA, una delle più sorprendenti è ChatGPT, un modello avanzato di elaborazione del linguaggio naturale sviluppato da OpenAI. In questo articolo, esploreremo cosa è ChatGPT, come funziona e come sta rivoluzionando la comunicazione tra esseri umani e macchine.

Che Cos’è ChatGPT?

ChatGPT è un modello di intelligenza artificiale basato su GPT-4 (Generative Pre-trained Transformer 4). Questo modello è progettato per comprendere e generare testo in modo molto simile a come farebbe un essere umano. Utilizzando una grande quantità di dati di addestramento, ChatGPT può rispondere a domande, creare contenuti, assistere nella scrittura e persino tenere conversazioni su argomenti complessi.

Come Funziona ChatGPT?

1. Pre-Addestramento

Il processo inizia con il pre-addestramento, durante il quale il modello viene esposto a un vasto corpus di testo raccolto da internet. Questo corpus include articoli, libri, siti web e altro materiale scritto in varie lingue. Durante questa fase, ChatGPT apprende le regole grammaticali, il significato delle parole, le frasi e le strutture sintattiche. Tuttavia, è importante notare che il modello non comprende realmente il testo come farebbe un essere umano, ma riconosce schemi e correlazioni tra le parole.

2. Addestramento Fine-Tuning

Dopo il pre-addestramento, il modello passa attraverso una fase di fine-tuning. Durante questa fase, ChatGPT viene addestrato su set di dati più specifici e viene supervisionato da esseri umani per migliorare la qualità delle risposte. Gli esperti forniscono feedback sulle risposte del modello, aiutandolo a migliorare nel generare contenuti più coerenti e pertinenti. Questa fase permette a ChatGPT di affinare le sue capacità di comprensione e generazione del linguaggio.

3. Generazione del Testo

Quando un utente inserisce una domanda o un prompt, ChatGPT utilizza le conoscenze acquisite durante le fasi di pre-addestramento e fine-tuning per generare una risposta. Il modello analizza il prompt e prevede la sequenza di parole che è più probabile seguire, producendo un testo che sia coerente e pertinente al contesto. Grazie alla sua architettura avanzata, ChatGPT può gestire conversazioni complesse, mantenere il contesto e rispondere in modo naturale e fluido.

Applicazioni di ChatGPT

Le potenzialità di ChatGPT sono immense e si estendono a vari settori:

  • Assistenza Clienti: ChatGPT può essere integrato nei sistemi di supporto per rispondere alle domande dei clienti, risolvere problemi comuni e fornire informazioni in tempo reale.
  • Educazione: Può fungere da tutor virtuale, aiutando gli studenti a comprendere argomenti complessi e rispondendo alle loro domande.
  • Creazione di Contenuti: ChatGPT può assistere scrittori e creatori di contenuti nella generazione di testi, articoli e sceneggiature.
  • Traduzione e Interpretazione: Grazie alla sua capacità di comprendere diverse lingue, ChatGPT può essere utilizzato per tradurre testi e assistere nella comunicazione multilingue.

Vantaggi e Sfide

Vantaggi

  • Efficienza: ChatGPT può gestire un grande volume di richieste in breve tempo, migliorando l’efficienza operativa.
  • Accessibilità: Offre assistenza 24/7, rendendo il supporto sempre disponibile.
  • Personalizzazione: Può essere addestrato su dati specifici per rispondere in modo personalizzato alle esigenze degli utenti.

Sfide

  • Bias: Essendo addestrato su dati provenienti da internet, ChatGPT può ereditare bias presenti nei dati originali.
  • Comprensione Contestuale: Nonostante i progressi, il modello può ancora avere difficoltà a comprendere contesti complessi o ambigui.
  • Dipendenza dai Dati: La qualità delle risposte dipende dalla qualità dei dati di addestramento.

Conclusione

ChatGPT rappresenta un passo avanti significativo nell’ambito dell’intelligenza artificiale e della comunicazione uomo-macchina. La sua capacità di comprendere e generare linguaggio naturale apre nuove possibilità in vari settori, migliorando l’efficienza e la qualità del servizio. Tuttavia, è importante continuare a sviluppare e migliorare questi modelli per affrontare le sfide esistenti e garantire che l’IA sia utilizzata in modo etico e responsabile.

L’intelligenza artificiale è qui per restare, e con strumenti come ChatGPT, siamo solo all’inizio di una nuova era di innovazione tecnologica.

Quali sono i CMS più utilizzati per creare un sito web nel 2024

Quali sono i CMS più utlizzati per creare un sito web nel 2024

Nel vasto panorama dello sviluppo web, la scelta del Content Management System (CMS) giusto per il tuo sito web può fare la differenza tra un progetto di successo e uno che fatica a decollare. Con il continuo sviluppo della tecnologia e delle esigenze degli utenti, il 2024 vede un’evoluzione significativa nel panorama dei CMS più utilizzati. Scopriamo quali sono i protagonisti di quest’anno.

1. WordPress

WordPress continua a dominare il mercato dei CMS nel 2024, consolidando la sua posizione come leader indiscusso. La sua flessibilità, la vasta gamma di temi e plugin disponibili e la sua user-friendly interface lo rendono una scelta popolare sia per i principianti che per gli sviluppatori esperti. Inoltre, la comunità WordPress è estremamente attiva, offrendo supporto e risorse in abbondanza.

2. Joomla

Joomla mantiene la sua posizione come uno dei CMS più utilizzati nel 2024, soprattutto per progetti di medio-grandi dimensioni. Con una curva di apprendimento leggermente più ripida rispetto a WordPress, Joomla offre una maggiore flessibilità e potenza per gli utenti che necessitano di funzionalità avanzate. La sua robusta sicurezza e la capacità di gestire siti multilingua lo rendono una scelta preferita per aziende e organizzazioni internazionali.

3. Drupal

Drupal conserva il suo status di CMS di fascia alta nel 2024, rivolto principalmente agli sviluppatori e alle aziende che richiedono una soluzione altamente personalizzabile e scalabile. Con una curva di apprendimento più impegnativa, Drupal offre un controllo senza pari sulla struttura e sulle funzionalità del sito web. È particolarmente adatto per progetti complessi che richiedono una gestione avanzata dei contenuti e una sicurezza robusta.

4. Shopify

Per chi cerca una soluzione dedicata al commercio elettronico, Shopify è la scelta principale nel 2024. Con un’interfaccia intuitiva e una vasta gamma di funzionalità per la gestione delle vendite online, Shopify facilita la creazione e la gestione di negozi virtuali di successo. La sua integrazione con servizi di pagamento e di spedizione lo rende una scelta ideale per gli imprenditori che desiderano lanciare rapidamente un’attività di e-commerce.

5. Magento

Magento continua a essere una scelta popolare per i siti di e-commerce di grandi dimensioni e ad alta complessità nel 2024. Con la sua architettura altamente scalabile e le potenti funzionalità di personalizzazione, Magento è adatto per aziende che gestiscono un volume elevato di transazioni e richiedono un controllo completo sulle operazioni di vendita online.

Conclusione

La scelta del CMS giusto dipende dalle esigenze specifiche del tuo progetto. Mentre WordPress rimane una scelta versatile e popolare per una vasta gamma di siti web, altri CMS come Joomla, Drupal, Shopify e Magento offrono soluzioni specializzate per casi d’uso specifici. Prima di prendere una decisione, valuta attentamente le caratteristiche e le esigenze del tuo sito web per assicurarti di scegliere il CMS più adatto alle tue esigenze nel 2024.

Esplorando MongoDB: Il Database NoSQL per l’era dei Big Data

Esplorando MongoDB Il Database NoSQL per l'era dei Big Data

Nell’epoca in cui i dati sono il motore trainante di molte attività, la scelta del database giusto diventa cruciale per il successo di un progetto. Tra le molte opzioni disponibili, MongoDB si distingue come uno dei principali database NoSQL, offrendo flessibilità, scalabilità e prestazioni eccezionali. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche, i vantaggi e le applicazioni di MongoDB, e perché è una scelta popolare per molte aziende e sviluppatori.

Che cos’è MongoDB?

MongoDB è un database NoSQL, il che significa che si differenzia dai tradizionali database relazionali (come MySQL o PostgreSQL) nel modo in cui memorizza e organizza i dati. Utilizza un modello di dati flessibile basato su documenti JSON (JavaScript Object Notation), consentendo agli sviluppatori di memorizzare e interrogare dati di strutture complesse in modo efficiente.

Caratteristiche principali di MongoDB

  1. Documenti JSON: MongoDB memorizza i dati in documenti BSON (Binary JSON), che possono contenere dati strutturati, array e documenti nidificati, offrendo una maggiore flessibilità rispetto alle rigide tabelle dei database relazionali.
  2. Scalabilità orizzontale: MongoDB è progettato per scalare orizzontalmente in modo efficiente, consentendo di distribuire i dati su più nodi e gestire carichi di lavoro in continua crescita senza compromettere le prestazioni.
  3. Indicizzazione potente: Supporta una vasta gamma di indici, inclusi indici composti e geospaziali, per ottimizzare le query e migliorare le prestazioni delle interrogazioni.
  4. Aggregazioni avanzate: MongoDB offre un’ampia gamma di operazioni di aggregazione che consentono di elaborare e analizzare i dati direttamente nel database, riducendo la necessità di trasferire grandi quantità di dati lato client.
  5. Ripartizione dei dati automatica: Utilizzando la sharding, MongoDB distribuisce automaticamente i dati su più nodi, garantendo un’allocazione efficiente delle risorse e una maggiore disponibilità.

Applicazioni di MongoDB

MongoDB è ampiamente utilizzato in una varietà di settori e scenari applicativi, tra cui:

  • Applicazioni web e mobile: Grazie alla sua flessibilità e scalabilità, MongoDB è una scelta popolare per lo sviluppo di applicazioni web e mobile che gestiscono una grande quantità di dati.
  • Analisi dei Big Data: MongoDB è spesso utilizzato come parte di pipeline di dati per l’elaborazione e l’analisi dei Big Data, consentendo di memorizzare, elaborare e analizzare dati strutturati e non strutturati in un’unica piattaforma.
  • Gestione dei contenuti: Molte piattaforme di gestione dei contenuti (CMS) e sistemi di gestione dei contenuti aziendali (ECM) utilizzano MongoDB per la gestione e la distribuzione dei contenuti su larga scala.
  • Sistemi di gestione delle identità e delle sessioni: MongoDB è adatto per la memorizzazione e la gestione di grandi volumi di dati relativi alle identità degli utenti e alle sessioni di accesso.

Conclusioni

MongoDB continua a guadagnare popolarità come una potente soluzione di database NoSQL per le moderne applicazioni basate sui dati. Con la sua flessibilità, scalabilità e prestazioni eccezionali, è diventato una scelta chiave per molte aziende e sviluppatori che cercano di affrontare le sfide dei Big Data e di creare applicazioni scalabili e performanti. Se sei alla ricerca di un database che possa adattarsi alle esigenze in continua evoluzione del tuo progetto, MongoDB potrebbe essere la scelta giusta per te.

Nuove norme per la gestione dei cookie

È risaputo ormai che lo scorso 9 luglio l’Autorità italiana per la protezione dei dati personali ha iniziato ad applicare le nuove linee guida sui cookie.

Queste normative tra le tante cose riguardano: il consenso attraverso lo scrolling e le raccomandazioni sulle policy; i siti web italiani hanno quindi avuto sei mesi per conformarsi alle nuove linee guida, che però dal 10 gennaio 2022 sono entrate ufficialmente in vigore.

Questo perché con i loro comportamenti, essi hanno forzato i legislatori a modificare ulteriormente la norme in vigore, nonché a diffondere continuamente nuove istruzioni.
Ma cosa sono i cookie? I cookie non sono nient’altro che degli strumenti informatici, grazie ai quali i siti web possono tracciare i nostri clic al loro interno, così da migliorare la nostra esperienza d’uso suggerendoci contenuti coerenti alle nostre attività.

Inoltre, già con le prime redazioni della normativa sui cookie, era indispensabile che i titolari dei siti web chiedessero un’altra volta il consenso agli utenti prima di poter registrare alcune classificazioni di questi strumenti informatici.

Questo, in ogni caso, non ha vietato a sviluppatori e operatori di marketing di schivare tali regole in vari modi.
Il bisogno di emanare nuove leggi per la gestione dei cookie viene alla luce dall’utilizzo che ne viene fatto da diverse reti pubblicitarie per attività concernenti il digital marketing, o dai siti di e-commerce per motivi non molto distanti dai precedenti.

Per predisporre alla tutela i fruitori di Internet, l’Unione Europea e il Garante Privacy si sono incuriositi sull’argomento, avviando già da svariati anni una diramazione di regole che ordinano, ad esempio, l’esigenza di chiedere nuovamente all’utente il consenso o meno dell’adopero dei cookie.

L’EDPB (European Data Protection Board) ha affermato che lo scorrimento da parte degli utenti di una pagina web non costituisce un consenso valido.

Tuttavia, l’Autorità Italiana ha precisato che lo scroll down può intendersi addirittura come consenso inequivocabile dell’utente all’uso dei cookie.

Si sottolinea per di più che l’utente può respingere il consenso all’uso dei cookie chiudendo la schermata dei cookie presente sul sito senza che sia essenziale effettuare l’accesso ad alcuna pagina web.

Esaminando quanto descritto in questo momento, ci sono certune modalità generalmente usufruite da numerosi siti che saranno adesso considerate illegittime.

Ad esempio, non è possibile interpretare il naturale fatto di spostarsi nella parte bassa della pagina come consenso, così come non sarà avverabile “bloccare” i contenuti a quegli utenti che non accolgono i cookie.

Oltre a ciò, è d’ora in avanti impedito ripresentare la richiesta di consenso, a meno che non siano trascorsi almeno sei mesi dall’ultimo consenso raccolto (salvo nei casi in cui la gestione dei cookie sia stata cambiata per altre ragioni).

Per concludere, è bene sempre ricordare che non è richiesto alcun consenso per i così chiamati “cookie tecnici”, così come per quelli collegati ad analisi statistiche, a patto che vengano ottenuti in forma anonima.

Di conseguenza, non è possibile registrare dati come gli indirizzi IP.

Ciò che è consigliato, con ogni ragionevolezza, è affidarsi a servizi di terze parti in grado di coprire, in modo minuzioso, tutte le caratteristiche di questa normativa, che come molte altre è in continua trasformazione.

Tanti auguri di buon Natale da Dam Company

Noi della Dam Company vogliamo augurare a tutti i lettori del nostro blog e ai nostri clienti un felice e sereno Natale.

Riprenderemo con la pubblicazione degli articoli nel nuovo anno con la solita cadenza mensile.

Il team della Dam Company

Come creare un’ottima struttura per una corretta pagina HTML

Una corretta struttura HTML è fondamentale per avere più possibilità di essere indicizzati dai motori di ricerca.

In questo articolo scopriremo come creare un’ottima struttura per una corretta pagina HTML.

Per prima cosa utilizziamo il <!doctype html> che serve a dire al browser, che la pagina è scritta in HTML 5.

Dopodichè apriamo il tag <html> che serve a contenere gli altri tag html.

All’interno inseriremo i tag <head> e il tag <body>.

Ci concentreremo sui tag contenuti all’interno di <head> poichè il tag <body> varia radicalmente a seconda della pagina web che si vuole creare.

Per creare un’ottima struttura per una corretta pagina HTML è necessario inserire i giusti tag all’interno della sezione <head>.

Di seguito proponiamo un’ottima struttura HTML che può essere utilizzata come base per la tua pagina web:

<!doctype html>
<html>
<head>
<meta charset="utf-8">
<meta name="viewport" content="width=device-width, initial-scale=1">
<title>Titolo della pagina</title>
<meta name="description" content="Descrizione della pagina web.">
<meta name="robots" content="index,follow">
<link rel="stylesheet" type="text/css" href="layout.css">
<link rel="icon" type="type="image/png" href="favicon.png">
</head>
<body>
....
</body>
</html>

Abbiamo aggiunto i metatag che servono a dare importanti informazioni ai motori di ricerca oltre al tag <title>.

Il metatag <meta charset=”utf-8″> serve a definire il charset utilizzato nella pagina e di solito il più utilizzato è utf-8.

Il metatag <meta name=”viewport” content=”width=device-width, initial-scale=1″> invece è utilizzato per ottimizzare il layout da mobile della pagina web.

Il tag <titlte> invece contiene il titolo che compare nella scheda del browser (insieme alla favicon) e compare nei risultati dei motori di ricerca.

Il metatag <meta name=”description”> invece contiene la descrizione della pagina che viene mostrata dai motori di ricerca.

Il metatag <meta name=”robots” content=”index,follow”> serve a dire al motore di ricerca di “indicizzare” la pagina web e di fare “follow” (cioè seguire) le pagine presenti all’interno della pagina per andare ad indicizzare anche quelle.

Il tag <link rel=”stylesheet” type=”text/css” href=”layout.css”> serve per aggiungere un file css esterno. È sempre meglio separare i file css, in modo da avere una struttura della pagina web più organizzata.

Infine l’ultimo tag <link rel=”icon” type=”type=”image/png” href=”favicon.png”> serve a dire al browser qual è la favicon del nostro sito web. Solitamente vengono utilizzati file .ico oppure .png oppure entrambi.

Con questa semplice struttura abbiamo dato tutte le informazioni essenziali al browser, per ottimizzare al meglio la nostra pagina web.

I pain point nel copywriting e nel marketing

I business di qualsiasi tipo, oggi, non possono più prescindere da strategie di marketing e, in particolare, di social marketing. Internet e i social sono semplicemente diventati troppo importanti e onnipresenti nelle nostre vite.

In quanto marketing manager o copywriting, puoi sfruttare la strategia dei pain point che da tempo si rivela molto efficace nell’incrementare i tassi di conversione e – di conseguenza – i profitti. Ma cosa sono i pain point, e come possiamo sfruttarli?

Tradotto letteralmente, pain points significa punti di dolore. Ma cosa si intende con questa definizione? I pain point non sono altro che tutti quei punti deboli del prodotto, servizio, o brand percepiti dal consumatore come tali. 

I pain point possono essere riferiti a diversi aspetti del prodotto o servizio che offri; possiamo identificare tre categorie:

  • pain point finanziari: sono tutti quelli relativi al prezzo; il cliente pensa di spendere troppo per un determinato prodotto o servizio;
  • pain point della produttività: riguarda le tempistiche. Il cliente pensa che un servizio sia troppo lento, poco efficiente, o di dover aspettare troppo per ricevere un prodotto.
  • pain point del supporto: il cliente sente di non ricevere supporto adeguato da parte del venditore o fornitore del servizio prima, durante o dopo l’acquisto.

La strategia per sfruttare i pain point si divide in due fasi principali: quella di identificazione dei paint point stessi, e quella successiva di messa in atto della strategia di posizionamento vera e propria. 

Identificare i pain point è importantissimo per poter elaborare una strategia efficace. Conoscere le tre categorie che abbiamo appena identificato, ti aiuterà a sapere dove e cosa cercare. 

Tieni presente che i pain point sono i punti deboli percepiti dal cliente. Per identificarli, quindi, non hai altra scelta che chiedere ai clienti stessi attraverso indagini di mercato fatte con questionari, dialogo con i clienti in sede, e attenzione ai dettagli durante le fasi di compravendita, fornitura del servizio, trattazione di preventivi eccetera…

In questa fase, il consiglio più prezioso che possiamo darti è quello di essere molto aperto. Non avere paura di scoprire punti deboli nei tuoi prodotti o nel tuo brand; al contrario, valli a cercare specificatamente, ponendo domande precise ai clienti con i tuoi sondaggi, questionari o domande dirette.

Ora che hai individuato quali punti deboli sono percepiti dai clienti, sei pronto a utilizzare le informazioni che hai raccolto a tuo vantaggio. Ma come?

L’obiettivo principale deve essere quello di trasformare i pain point in punti di forza. Puoi essere molto creativo in questo, anche se le strategie principali sono le seguenti:

  • se i tuoi clienti percepiscono i tuoi prezzi come troppo alti, e non ti puoi permettere di abbassarli, crea una strategia di marketing che ti posizioni nel segmento del lusso o della fascia di qualità alta. In altre parole, punta sulla qualità, l’esclusività, l’identità del tuo brand.
  • se i tuoi clienti percepiscono le tue tempistiche come troppo lente, effettua una comunicazione tale da giustificare i tuoi tempi.
  • se i tuoi clienti ti fanno presente che preferirebbero un servizio di supporto al cliente più efficiente, la tua strategia deve puntare a migliorarlo e a comunicare lo sforzo che stai facendo per andare incontro a questa esigenza del tuo pubblico.

Ti abbiamo proposto degli esempi molto semplici che ti dimostrano come i pain point possono essere trasformati in punti di forza. Se non effettui questa analisi, invece, i punti deboli rimarranno tali e peseranno sul tuo business.

Owlienet: il nostro software gestionale è online!

Dopo mesi e mesi di duro lavoro, abbiamo ultimato Owlienet: il software gestionale 100% in cloud pensato per aiutare a gestire l’attività di web agency, internet agency, digital agency, freelancer e programmatori.

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In arrivo nuove linee guida per Privacy Policy e Cookie Policy

E’ da qualche tempo che, grazie ai banner che compaiono sui siti e che devono obbligatoriamente avvisare del loro utilizzo, anche l’utente medio è diventato consapevole dell’esistenza e dell’utilizzo dei cookie. In pochi, tuttavia, sanno davvero di cosa si tratta.

I cookie sono frammenti di dati che possono essere salvati sul tuo computer che dovrebbero facilitare la navigazione su un sito. Per esempio, dopo aver visitato un e-commerce per la prima volta, alla nostra seconda visita possiamo notare che il sito “si ricorda” a cosa avevamo mostrato interesse e tende a mostrarci quei prodotti.

Il problema con i cookie è che un utilizzo errato può portare alla violazione della privacy degli utenti; ecco perché le regole sul loro utilizzo e sulla privacy in generale sono state recentemente aggiornate. 

Lo scopo dell’aggiornamento delle Linee guida sui cookie è stato quello di garantire una maggiore tutela agli utenti. Nelle linee guida adottate fino a questo momento, infatti, si evidenziavano delle lacune che permettevano il tracciamento dei dati degli utenti, la possibilità di incrociare i dati per creare profili sempre più dettagliati, al possibilità di vendere i dati collezionati a terzi.

Le nuove linee guida sui cookie apportano delle novità in merito a diversi aspetti.

L’informativa sui cookie

L’informativa sui cookie è in genere un banner che ci informa che il sito sul quale navighiamo utilizza cookie. Con le nuove linee guida queste informative dovranno indicare anche gli eventuali altri destinatari dei dati personali e i tempi di conservazione di questi dati.

Acquisizione del consenso

L’acquisizione del consenso deve essere richiesta attraverso un banner. La novità prevista dalle nuove linee guida è che agli utenti deve essere permessa la navigazione anche quando negano il consenso all’utilizzo dei cookie e alla collezione dei dati.

Lo scroll down non viene più considerato una manifestazione di consenso idonea. L’utente che conferma il consenso deve generare un evento registrabile e documentabile presso il server del sito. Solo in questo modo si potrà considerare che l’utente ha manifestato la volontà di prestare il consenso al tracciamento dei dati in maniera non equivoca.

Inoltre, qualsiasi sistema che vincola gli utenti a prestare il consenso per poter continuare la navigazione di un sito viene considerata illegittima.

La negazione del consenso

La ripresentazione del banner di consenso ad ogni nuovo accesso di un utente che ha già negato il consenso al tracciamento dei dati, con le nuove linee guida, viene considerata invasiva.

La revoca del consenso

Gli utenti devono avere la possibilità di revocare il consenso in qualsiasi momento.

Altre novità

Tra le altre novità introdotte dalle nuove linee guida sui cookie, le più importanti sono:

  • Non si possono impiegare tecniche di tracciamento attive come i cookie di terze parti, o passive come il fingerprinting.
  • al momento del primo accesso, nessun cookie diverso da quelli tecnici può essere salvato sul dispositivo del visitatore.

Tempi di adeguamento

I titolari di siti web avranno 6 mesi di tempo per adeguarsi alle nuove linee guida. 

Le nuove linee guida sembrano offrire una maggiore tutela agli utenti, anche se la migliore protezione resta la conoscenza dei meccanismi che sono dietro il semplice utilizzo di una pagina web, social, o si un e-commerce.

Nuovi strumenti per Google Cloud IDS

Google ha di recente annunciato l’introduzione di vari strumenti che si concentrano sulla risoluzione di problemi di sicurezza dell’infrastruttura Google Cloud per prevenire in maniera sempre più efficace attacchi di hacker, minacce malware o spyware, e altri rischi simili.

Google Cloud IDS è proprio una di queste soluzioni annunciate e, in questo articolo, andremo a scoprire di che si tratta.

Google Cloud IDS: cos’è

Google Cloud IDS è un sistema di rilevamento delle minacce completamente cloud-based e implementato nell’infrastruttura stessa di Google Cloud. Il suo funzionamento si basa sull’utilizzo delle tecnologie di rilevamento delle minacce (threat-detection) di Palo Alto Networks. 

Questo tipo di tecnologie sono tutte basate sui cosiddetti next-generation firewall, un firewall di terza generazione con caratteristiche di sicurezza avanzate in grado di identificare e bloccare le minacce in maniera sempre più efficiente (paragonato ai firewall di generazione precedenti).

L’algoritmo di analisi delle minacce di Palo Alto Networks, inoltre, aggiorna continuamente il suo catalogo delle minacce conosciute, in modo che possano essere immediatamente riconosciute, ma usa anche un sistema di identificazione delle anomalie per riconoscere anche le minacce sconosciute.

Cloud IDS svolge anche l’altra importante funzione di monitoraggio del traffico da e verso internet, rilevando minacce malware, spyware, e attacchi hacker che arrivano da internet verso l’infrastruttura, oltre che altri rischi legati alla rete. 

Infine, Cloud IDS permetterà di aumentare la conoscenza che abbiamo su tutte le possibili minacce relative alla rete, contribuendo allo sviluppo di nuove soluzioni sempre più efficaci e sempre più facili da utilizzare.

Chi può utilizzare Cloud IDS?

I servizi di sicurezza offerti da Google con Cloud IDS sono indicati per tutte le aziende che desiderano consolidare la sicurezza dei propri sistemi informatici. In quegli ambiti in cui la sicurezza è particolarmente importante, in quanto i sistemi gestiscono grandi quantità di dati personali (sensibili e relativi a conti correnti e carte creditO) – settore finanziario, sanitario e settori vendite – Cloud IDS diventa una soluzione ancor più importante.

Oltre Cloud IDS

Cloud IDS fa parte di un progetto di semplificazione di gestione della sicurezza annunciato da Google che include anche l’implementazione di altri servizi. Tra questi, i più interessanti sono sicuramente quello di Automic Security Operations e Google Active Cyber Threat Detection.

Automic Security Operations

Per perseguire l’obiettivo di semplificare la gestione della sicurezza relativa all’utilizzo del cloud, Google introdurrà Automic Security Operations, un servizio che aiuta ad aggiornare i programmi di sicurezza.

Se i programmi diventano obsoleti non possono essere più efficaci contro le minacce. Il programma di Automic Security Operations include quindi integrazioni, piani, documentazione tecnica per aiutare le aziende ad espandere il proprio sistema di sicurezza informatico.

Google Active Cyber Threat Detection

Essendo i nuovi servizi Cloud di Google destinati anche alle aziende governative, essi devono essere in grado di fornire un ulteriore livello di sicurezza. Google Active Cyber Threat Detection è un programma sviluppato con questo obiettivo: è un sistema che aiuta le aziende governative ad analizzare i dati log passati e attuali.

Con queste soluzioni di sicurezza, Google diventa una soluzione cloud sempre più performante e adatta ad aziende private, pubbliche, Pubbliche Amministrazione e, addirittura, aziende governative.